Il poliziotto licenziato che si travestiva da donna sarà risarcito

Un ex poliziotto sessantenne, licenziato per aver indossato abiti femminili fuori servizio, ha vinto una battaglia legale per ricevere gli arretrati non percepiti a seguito del procedimento disciplinare. Il tribunale amministrativo regionale del Veneto ha stabilito che l’uomo ha il diritto di ricevere i compensi non percepiti, a patto che non ci siano ulteriori impugnazioni da parte del Consiglio di Stato.

L’ex agente ha sempre sostenuto di non essere gay o transessuale, ma semplicemente di amare vestirsi con abiti femminili. Nel 2006, la Questura lo aveva sospeso e licenziato, ma la decisione era stata successivamente annullata dai giudici. Il caso era stato dimenticato dal pubblico, ma aveva lasciato un segno indelebile nella vita dell’ex poliziotto, dispensato dal servizio per inabilità fisica.

Il Tar ha ricordato che l’uomo era stato dichiarato affetto da un disturbo dell’identità di genere che, oltre a giustificare la condotta contestata, aveva determinato la sua permanente non idoneità al servizio. Tuttavia, i giudici hanno deciso che ciò non gli negava il diritto ai compensi non percepiti.

Questa sentenza rappresenta un passo importante verso la protezione dei diritti dei lavoratori, indipendentemente dalla loro identità di genere o dalle loro scelte personali.