Il costo medio giornaliero di un detenuto in Italia è di circa 137 euro. Questo importo, moltiplicato per la popolazione carceraria di 60.000 detenuti, genera un costo annuale di oltre 8 milioni di euro. Se si considera il costo per tutti i detenuti presenti nelle carceri italiane per un anno intero, la cifra si avvicina ai 3 miliardi di euro.
Tuttavia, è importante notare che gran parte di questa spesa (oltre l’80%) è destinata alle spese per il personale civile e di polizia penitenziaria, mentre solo una piccola parte (circa 20 euro al giorno) è destinata alle esigenze personali del detenuto.
Un detenuto straniero costa più di uno italiano?
La convinzione che i detenuti stranieri abbiano un costo superiore a quello degli italiani è una falsità. Tutti i detenuti hanno lo stesso costo per lo Stato italiano, indipendentemente dalla loro nazionalità. L’idea che i detenuti stranieri abbiano un costo maggiore potrebbe derivare dal fatto che un terzo della popolazione carceraria in Italia è composta da immigrati, il che significa che una fetta significativa della spesa totale per le carceri italiane è destinata al mantenimento dei detenuti stranieri.
Ma è possibile far scontare le pene nei paesi di origine? Facciamo chiarezza.
La questione del trasferimento dei detenuti stranieri è regolamentata dalla Convenzione di Strasburgo del 1983, che stabilisce le condizioni per il trasferimento di un detenuto in un altro Paese. Secondo l’articolo 3 della Convenzione, una persona può essere trasferita solo se soddisfa determinate condizioni, tra cui la sentenza di condanna per almeno sei mesi di reclusione e l’accettazione del trasferimento da parte del condannato. Inoltre, la legge sull’introduzione del delitto di tortura del 2017 vieta l’estradizione di una persona se ci sono motivi fondati di credere che essa rischia di essere sottoposta a tortura. Inoltre, per trasferire i detenuti stranieri, è necessario stipulare accordi con i Paesi di origine per il loro rimpatrio.