…è una bella giornata, l’aria fresca ed un sole caldissimo, ti svegli rilassato e con calma ti prepari ripetendo tutto quelle operazioni “automatiche” e scaramantiche di ogni giorno, di ogni volta che indossi la divisa…
Incontri i colleghi, gli Amici ed i Fratelli di tutti i giorni, battute, risate e qualche scherzo goliardico da caserma, solito breafing di inizio turno e si esce! Le gomme stridono, le sirene urlano e tutti i passa ti si girano a guardare le “Pantere” che sfrecciano nella città…
Siamo nella nostra zona di competenza, cominciamo il nostro pattugliamento, controlli le attività commerciali, i veicoli e le persone sospette, ti fermi anche a prendere il caffè e fai due chiacchiere col barista per sapere da lui se ci sono novità in zona… poi la radio urla concitata:
– VOLANTE SETTEDUE!
– avanti dalla settedue
– VELOCEMENTE VIA DEI TRAFORI, PIÙ SEGNALAZIONI RIFERISCONO DI UN GRAVE INCIDENTE
– Andiamooooo!!!!
Raggiungi la macchina di corsa, accendi i segnali e schiacci l’acceleratore come se non ci fosse un domani… svicoli nel traffico ed in pochi secondi sei sul posto: la strada è stranamente priva di traffico, non si vede nulla di strano… spegni i segnali, e piano piano percorri la via, ma continui a non vedere veicoli incidentati.
Poi più avanti noti dalle finestre di un condominio tutti i residenti affacciati ed in strada un piccolo capanno di gente che guarda le auto posteggiate… ci avviciniamo e vediamo lontano a circa 200 metri solo uno scooter in terra… ma il conducente? Dove sta chi guidava quello scooter? Scusi Signore, mi sa dire che è successo? Ha visto chi guidava?
Donne in lacrime, chi si allontana preso dallo sconforto, poi un uomo distinto, in giacca e cravatta, con viso pallido ed occhi persi nel vuoto mi afferra per il braccio “Venga Agente è qui!”… solo in quel momento vedo spuntare la testa e parte del busto del motociclista da sotto un furgone in sosta… urlo al collega “È qui!” E mentre lui si attacca alla radio per far correre l’ambulanza io cerco di capire come tirarlo fuori da la sotto…
“Signore, Signoreeee, mi sente?!?”, maledizione non risponde, ma ha le gambe incastrate e sta a faccia in giù…
Alzi gli occhi, guardi, cerchi… c’è un supermercato… mi precipito e senza nemmeno chiedere il permesso mi prendo un “traspallet” lo infilo sotto il furgone e lo alzo… libero le gambe del motociclista e con il collega, adagio lo tiriamo fuori e lo giriamo: “TIENIGLI LA TESTA… NON FARGLIELA GIRARE… DEVE RUOTARE COL CORPO… DAI 1-2-3… VAI… SIGNORE MI SENTE?!?”, perde sangue da una gamba… ha una frattura esposta, “DAMMI LA CINTA!”, ma quale mi risponde il collega… “DAI DAMMI LA CINTA DEI PANTALONI VELOCE!”, la prendo al volo e la lego stretta alla gamba del ferito… cerco di rallentare l’emorrgia… poi lo guardo bene… è cianotico, metto due dita sul collo… cazzo! È in arresto…
“DAMMI UNA MANO TIENI FERMA LA TESTA…” gli slaccio il casco, lo allargo quasi a spaccarlo e glielo sfilo… il viso non ha lesioni ma non respira!!!
“CHIAMA STA CAZZO DI AMBULANZA!”, faccio l’ultimo respiro, mi metto in ginocchio, le mani incrociate sul suo petto e comincio a “pompare”… “1-2-3… RESPIRAAA!!!”, “1-2-3… RESPIRAAAA!”… “DOVE STA L’AMBULANZA!?!”…
Il sole, il caldo, l’adrenalina, lo sguardo pesante dei curiosi ormai assiepati a decine, il brusio dei loro commenti, il sudore cala dalla fronte, le braccia sono stanche, ma lui non si riprende… maledizione ancora! “1-2-3… RESPIRA! MALEDIZIONE DEVI RESPIRARE!”… poi una mano si posa sulla mia spalla, io non guardo, continuo nell’operazione, sono troppo concentrato, non posso fermarmi… quella mano diventa insistente, cerca di spostarmi, alzo lo sguardo, un omone barbuto vestito di arancione mi urla “LEVATI TI DO IL CAMBIO!”… finalmente l’ambulanza era arrivata.
Prende il ritmo, ci diamo il cambio e nel frattempo gli dico quello che so: “maschio, sconosciuto, caduta in moto presumibilmente autonoma, trovato pancia sotto sotto al furgone, il casco lo abbiamo rimosso noi, tutte le manovre effettuate senza torsioni ne trazioni, testa collo e schiena sempre allineate, rianimazione da 15 minuti ho già fatto 25 cicli, cinghia alla gamba da 17 minuti…” mi tolgo di mezzo e mi accascio sfinito sull’asfalto a riprendere fiato…
Il collega mi da dell’acqua, mi tira su… non possiamo fermarci… allontaniamo i curiosi, anche in malo modo “E CHE CAZZO UN PÓ DI RISPETTO… SIGNORA LI IN FINESTRA VUOLE ANCHE DEI POP CORN? VIAAAA!”, il motociclista viene stabilizzato, è sulla barella in ambulanza… “DAI CORRI CHE GLI FACCIAMO STRADA” e vola in macchina a far liberare le strade per farli arrivare prima al pronto soccorso!!!
In ospedale tutti in sala Rossa, ci saranno 20 persone tra medici ed infermieri… ognuno fa e sistema qualcosa… quante mani sul quel corpo… qualcuno mi passa il suo documento ritrovato in tasca… Giuseppe Frinzulli (nome di fantasia), “DAI VAI A FARE ACCERTAMENTI CON LA SALA OPERATIVA, VEDIAMO DOVE ABITA E ANDIAMO AD AVVERTIRE I PARENTI…”, il collega mi guarda e… “MA NON PROCEDONO I VIGILI URBANI PER I SINISTRI? NON CHIAMANO LORO I FAMILIARI?”… lo guardo con lo sguardo di chi vorrebbe folgorarti all’istante e mi limito a dirgli “TU VORRESTI ESSERE AVVISATO SUBITO O PREFERIRESTI CHE LA BUROCRAZIA FACCIA IL SUO CORSO E CHE PRIMA O POI QUALCUNO VENGA AD AVVISARTI?”… corre in macchina e pochi istanti dopo torna con un indirizzo…
…andiamo di corsa, non so nemmeno se arriveranno in tempo… sali le scale e pensi… ma come si da una notizia del genere ad un padre ed una madre? E tu non lo sai… ma suoni lo stesso quel campanello: la porta si apre, “Sig Paolo? Salve possiamo entrare? Scusi il disturbo…”, giustamente ti chiedono ma cosa succede… prendo di nuovo fiato, lo guardo negli occhi, “guardi, suo figlio ha avuto un incidente in moto, è in ospedale, se vuole la accompagnamo noi!”… la madre in lacrime “me dica la verità è morto! Quanno ce stavo voi è perchè è morto!”… la signora potrebbe avere ragione ma cerchi di rassicurarla… “Signora è in ospedale e gli stanno prestando le cure… ha fatto un brutto incidente, ma ho seguito personalmente l’ambulanza in ospedale ed era vivo!”…
Loro si preparano in fretta, montiamo di nuovo nella Volante e voliamo al pronto soccorso… li anticipi e gli fai da scudo alla notizia che nemmeno noi sapevamo… gli infermieri mi dicono che lo stanno operando… bene… allora li faccio entrare subito e li porto dal medico di turno…
Li vedo entrare in una stanza insieme a dei camici bianchi… li lascio andare via… il mio lavoro qui è finito…
Esco dall’ospedale, prima di montare in macchina mi accendo una sigaretta e per puro caso vedo la mia immagine riflessa su di una vetrata… c’è qualcosa di strano… abbasso lo sguardo per vedermi meglio: ho i pantaloni tutti sporchi di sangue, anche la giacca è tutta macchiata… e le mani sono completamente rosse…
il mio lavoro qui sarà anche finito… ma certi interventi ti rimangono dentro…
FIRMATO: Un poliziotto qualunque….
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