Ogni domenica circa 6mila agenti sono impegnati a garantire l’ordine pubblico negli stadi durante le partite di seria A serie B. Tra stipendi, straordinari, trasferte si spendono in media circa 45 milioni di euro l’anno per delle partite di calcio. Ma perhè le forze dell’ordine devono essere impiegate per delle partite di calcio? Le società che incassano milioni di euro non potrebbero contribuire alle spese?
Mentre un calciatore guadagna milioni di euro giocando con una palla per 90″ minuti, un poliziotto o un carabiniere a confronto guadagna una miseria, rischiando la vita fuori dagli stadi. Ne vediamo di tutti i colori nei post partita, scontri tra tifoserie, a farne le spese sono sempre loro, le forze dell’ordine. Aggiungiamoci quindi ai 45 milioni di euro le spese extra per i danni, senza contare i feriti, pasti, gasolio, utilizzo di mezzi e unità cinofile, ciliegina sulla torta ” straordinari pagati – se pagati, con molto ritardo”. La soluzione? Far pagare la sicurezza direttamente alle società sportive.
Se tutte le società di A e di B contribuissero al prezzo della security se la caverebbero con circa 230 mila euro a testa a partita. Cifre tutt’altro che insostenibili per delle società che incassano in media 900 milioni di euro per i diritti tv e 240 dagli sponsor.
Vero che i club si fanno carico delle spese degli steward ma che agiscono solo all’interno degli stadi, ma è altrettanto vero che il maggior pericolo si corre soprattutto al di fuori degli stadi.
Ma le società non ne vogliono proprio sapere, si rifiutano di pagare modeste cifre per un servizio essenziale, ma poi sentiamo in TV ingaggi assurdi a calciatori e allenatori.
L’alternativa sarebbe non sganciare un centesimo, far pagare al tifoso con un supplemento sul biglietto. Ma niente da fare, le spese restano pubbliche i guadagni privati.
Autore: Adelio Gentile